Il Teatro Massimo di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, terzo per dimensioni in Europa, dopo l’Opéra National di Parigi e Staatsoper di Vienna.

Con i suoi 7730 metri quadri e le sue sfarzose decorazioni, il Teatro Massimo è divenuto nel tempo un’icona del capoluogo siciliano.

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Benché possa vantarmi di avere in città un’ imponente e magnifico teatro, malgrado ci sia passata davanti un’ infinità di volte, non avevo mai visto il suo interno. Nei mesi scorsi, grazie a delle aperture straordinarie durante i weekend, ho colto finalmente l’occasione di visitare questo patrimonio artistico unico e meraviglioso.

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Storia e curiosità

Il 10 settembre 1864 il sindaco di Palermo, Antonio Starabba, bandisce un concorso per la realizzazione di un teatro in città. Trascorsi quattro anni vengono scelti 5 vincitori, tra i partecipanti: 35 architetti italiani e stranieri.

Giuseppe Damiani Almeyda, l’architetto che progettò e realizzò le quattro esedre di Villa Giulia, arriva tra i finalisti,  ma l’incarico è affidato al palermitano Giovan Battista Basile.

Il 12 gennaio 1875 viene posta la prima pietra su di un terreno, dove prima dell’inizio dei lavori, esistevano un convento e alcune chiese.

L’impresa per la realizzazione del Teatro Massimo, fu notevole ma anche costosa, ragion per cui i lavori furono più volte sospesi e successivamente ripresi.

Il 16 maggio 1897 viene inaugurato il Teatro Massimo.

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Sulla facciata della struttura è posta un’ epigrafe, che riporta le seguenti parole: “L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.

Questa frase è stata attribuita a Giuseppe Verdi, celebre compositore e musicista, che diede il nome alla piazza in cui sorge il Teatro Massimo. Secondo lo storico Rosario De Luca, queste parole furono conferite al letterato Francesco Paolo Perez, patriota, senatore del Regno e sindaco della Palermo di un tempo. Ad oggi non è stato possibile stabilire con certezza, chi sia il vero autore. Non avendo prove concrete, resta comunque sconosciuto.

La storia del Teatro Massimo è ricca di curiosità. Una in particolare di cui anch’io,  da cittadina palermitana, ne ignoravo l’esistenza, riguarda i due leoni posti all’ingresso. Si racconta che originariamente, l’architetto Basile non gradì i felini scultorei. Cosicché la giunta comunale dovette stanziare 10mila lire, per fare modificare e abbassare le code.

Cosa vedere

Come ben sappiamo il teatro sorge nella piazza dedicata a Giuseppe Verdi. Varcando il cancello d’ingresso, la visita ha inizio da una grandiosa scalinata. Ai lati sono posti i due leoni bronzei, cavalcati simbolicamente dalla Tragedia e dalla Lirica.

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La scalinata sopraggiunge a un pronao corinzio esastilo. Qui sull’architrave d’ingresso, troviamo la scritta della frase celebre sull’importanza dell’arte. Una grande cupola emisferica di circa 28 metri di diametro, domina l’edificio. Su essa si erge un grande vaso in stile corinzio.

Una volta entrati all’interno, ci si ritrova nel foyer, ovvero l’ambiente attiguo ad una sala teatrale.

Questo spazio rettangolare è contrassegnato da colori caldi, dove domina il rosso “ottobrino”, chiamato così perché ricorda le foglie in autunno. All’ interno si trovano due candelabri e un busto scultoreo in bronzo, che rappresenta l’architetto Giovan Battista Basile.

Il figlio di quest’ultimo, Ernesto Basile, fu colui che completò i lavori iniziati dal padre, ma anche l’autore della sala grande.

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Quest’ultima famosa per l’acustica perfetta, ha una forma a ferro di cavallo, e presenta oltre al loggione, cinque ordini di 31 palchi ciascuno.

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Il soffitto mobile a forma di fiore nella platea, è composto da una ruota simbolica realizzata da 11 pannelli in tela. Le opere pittoriche rappresentano il trionfo della musica.

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Il palco reale posto al centro del secondo ordine, presenta esternamente degli intagli e due figure femminili che sorreggono due candelabri. Tutte le decorazioni sono dorate. L’interno completamente rivestito in mogano ha 27 posti tra divani e poltrone in broccato rosso. Della stessa tinta è anche il foyer privato “Salone del Sovrano”, la quale al centro spicca un lampadario di murano.

Per concludere il giro del Teatro Massimo, non può mancare la visita alla Sala Pompeana o anche detta Sala dell’eco, posta a mezzogiorno.

Quest’ultima  anticamente riservata agli uomini nobili, si distingue per il suo effetto di risonanza, infatti posizionandosi al centro di essa, la voce viene amplificata. La sua forma è  circolare e i suoi soffitti sono affrescati. Possiede 14 porte che si aprono sulla sala, ma solo 6 di queste portano in altri ambienti.

Sono 28 i medaglioni che rappresentano teste maschili e femminili, mentre 14 spicchi raffigurano figure allegoriche. Un lucernario con in cima una stella a sette punte, completa la sala.

Costo biglietto: adulti € 8,00-bambini fino a 6 anni gratuito

Orario di ingresso: tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 18:00

Indirizzo: Piazza Giuseppe Verdi, 90138-Palermo.

Dove mangiare

Frii e Mancia

In pieno centro a due passi dal Teatro Massimo si trova Frii e Mancia. Questo ristorantino scoperto per caso, mi ha colpito per la sua location caratteristica.

Il menù con piatti tipici della tradizione siciliana, ha un ottimo rapporto qualità-prezzo. Le portate cucinate al momento sono varie, per menzionarne alcune tra quelle proposte: pasta alla norma, sarde a beccafico, caponata di melanzane e altro ancora, non mancano i dolci.

Il servizio efficiente e la gentilezza del personale, completano il tutto. Da provare assolutamente.

Indirizzo: Via Rosolino Pilo 61,90139-Palermo

 

Avete mai visitato il Teatro Massimo? Se avete domande lasciate un commento.