L’albergo delle Povere è un’edificio storico situato a Palermo, più precisamente nella strada antica che porta a Monreale.
Creato con lo scopo di accogliere orfani, poveri e disabili abbandonati alla società. Per dare anche ai vagabondi vitto, alloggio e assistenza medica. Attualmente è sede di convegni e mostre temporanee.
In questo post vi porto a scoprirlo.
Storia e curiosità
Nel 1746 durante il regno di Carlo III di Borbone e dietro progetto dell’architetto palermitano Orazio Furetto, ebbe inizio la costruzione dell’Albergo delle Povere. L’edificio fu completato solo nel 1772, sotto il regno di Ferdinando I delle Due Sicilie, e con la guida dell’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. A lui sono da attribuirsi la Real Casina di Ficuzza e la Palazzina Cinese alla Favorita.
Nei primi dell’800 l’edificio divenne un centro d’accoglienza esclusivamente femminile, in quanto gli uomini furono spostati in un altro stabile della città. In seguito a questo cambiamento la struttura da Real Albergo dei Poveri cambiò in “Albergo delle povere”.
Le “ospiti” trascorrevano le loro giornate svolgendo delle attività utili alla comunità. Come la tessitura di capi in tela ed in seta, che servivano al confezionamento di tende e abiti per i palermitani.
Con il perfezionamento delle macchine e della preparazione dei lavoranti, si avviò anche la fabbricazione di stoffe in stile francese, sotto la guida di un tessitore proveniente dalla Francia.
L’Albergo delle Povere racchiude in se una storia indimenticabile legata all’ultimo principe di Palagonia: Francesco Paolo Gravina. Erede di una delle più ricche famiglie del Regno delle Due Sicilie, il principe possedeva molti terreni, mandrie di animali, ville e palazzi.
Francesco Paolo Gravina non badò alla sua ricchezza, infatti fin da giovane si curò di assistere i poveri senza alcuna distinzione di sesso o età. Acquistò a Palermo Villa Valguarnera e Villa Sperlinga per dare sostegno ai bisognosi.
All’età di 19 anni sposò Nicoletta Filangeri e Pignatelli, figlia del principe di Cutò. Ma il suo amore fu tormentato quanto il matrimonio finito dopo dieci anni, a motivo che la principessa si innamorò del giovane e affascinante principe di Sciara Francesco Paolo Notarbartolo e Vanni.
Nonostante l’umiliazione decise di non divorziare. Dopo quel periodo tutti i suoi beni furono impiegati per allietare le sofferenze dei poveri della città.
Nel 1829 Francesco Paolo Gravina fu eletto presidente dell’Albergo delle Povere. Mansione ricoperta in precedenza dal padre e dal nonno. Nel 1835 fondò la Congregazione delle”Suore di carità” denominate del principe di Palagonia”. Esse vennero ospitate all’interno dell’Albergo delle Povere. Qui furono installati un panificio, un mulino e dei laboratori di seta.
Cosa vedere
L’esterno dell’edificio è costituito da una lunga, semplice quanto spettacolare,facciata di tufo.
Attorno a un cortile porticato centrale sono raccolte le due ali del palazzo.
Questi spazi distribuiti sobriamente, sottolineano l’inizio dell’arte Neoclassica a Palermo.
Al centro della struttura è ospitata una chiesa di pianta rettangolare, costruita tra il 1773 e il 1779 e dedicata a Santa Maria della Purificazione. Le decorazioni della facciata e l’interno della chiesa richiamano il Barocco Siciliano (forma d’architettura sviluppata in Sicilia). La chiesa è aperta durante le messe domenicali.
La costruzione dell’Albergo delle Povere si estende in due piani. Si accede superiormente da grandi scale barocche.
In quella di sinistra è esposto un grande crocifisso in marmo.
Mentre in quella di destra un’ imponente quadro dedicato a San Francesco.
Anticamente nel piano terra si trovavano la mensa, i bagni con servizi, le dispense e le spezierie, un pastificio e un setificio. Al piano nobile c’erano le camere. Invece nel piano superiore vi alloggiava ilpersonale di servizio dell’albergo.
Indirizzo: corso Calatafimi 217 Palermo
Cosa ne pensate di questo edificio? Lo conoscevate?
Immagini belle e suggestive degne della nostra grande città, ogni angolo della sua area cela una storia.
Grazie Salvatore, sono felice che ti piacciano.